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Smart Working e Fase Due nella PA: la Direttiva della Funzione Pubblica

lentepubblica.it • 5 Maggio 2020

smart-working-fase-due-paCome noto, l’evolversi della situazione epidemiologica ha condotto all’adozione di numerosi interventi normativi, sia di rango primario sia secondario. Ciò potrebbe influire anche sullo smart working per la PA.


Smart Working e Fase Due, per le PA arrivano le nuove indicazioni da parte della Funzione Pubblica.

Le misure finora adottate rispetto all’intero territorio nazionale per il contenimento della situazione epidemiologica non hanno previsto la sospensione dell’erogazione dei servizi da parte delle pubbliche amministrazioni. Pur essendo queste finalizzate a ridurre la presenza dei dipendenti negli uffici e ad evitare il loro spostamento.

Adesso per la Fase Due sono state diramente indicazioni specifiche.

Smart Working e Fase Due nella PA

Anche nel citato DPCM 26 aprile 2020 l’attività svolta dalla amministrazione pubblica continua ad essere inserita nell’allegato 3, ossia tra le attività non sospese. Fermo restando il richiamo al predetto articolo 87 che, come detto, definisce il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa.

Nello scenario attuale, dunque, la disciplina normativa applicabile alle pubbliche amministrazioni continua a rimanere quella contenuta nell’articolo 87. Che, tuttavia, deve essere letta alla luce delle misure di ripresa della fase due introdotte dallo stesso DPCM 26 aprile 2020. Questo Decreto infatti ha ampliato il novero delle attività economiche (Ateco) non più soggette a sospensione.

Garantire l’attività amministrativa

In quest’ottica, le pubbliche amministrazioni continuano agarantire l’attività amministrativa e a tal fine possonorivedere leattività indifferibili, ampliando il novero di quelle individuatein prima battuta, e quelle da rendere in presenza anche per assicurare il necessario supporto all’immediata ripresa delle attività produttive, industriali e commerciali secondo quanto disposto dal citato DPCM 26 aprile 2020 e dalle futuremisurenormative.

Resta fermo che le attività che le amministrazioni sono chiamate agarantire possono essere svolte sia nella sede di lavoro –anche solo per alcune giornate, nei casi in cui il dipendente faccia parte del contingente minimo posto a presidio dell’ufficio –sia con modalit àagile.

Nella fase attuale, le amministrazioni dovranno valutare, in particolare, se le nuove o maggiori attività possano continuare a essere svolte con le modalità organizzative finora messe in campo ovvero se le stesse debbano essere ripensate a garanzia deiservizi pubblici da assicurare alla collettività.

Modalità duttili e flessibili

Le pubbliche amministrazioni dovranno essere in grado di definire modalità di gestione del personale duttili e flessibili. Tali da assicurare che il supporto alla progressiva ripresa delle attività sia adeguato e costante tale da ad assicurare comunque la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti.

Infine le amministrazioni pubbliche sono invitate a comunicare, con ogni mezzo idoneo, le modalità di erogazione dei servizi. Questo al fine di garantire la massima e tempestiva informazione dell’utenza.

A questo link il testo completo della nuova Direttiva.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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